MOSTRA CAPOLONA

La mostra dei prigionieri di guerra italiani a Letterkenny è approdata a Capolona, dal 21 al 28 aprile 2018. Il paese, in provincia di Arezzo, è l’undicesima località in cui la mostra è ospitata da quando è partita da Milano nel novembre 2015. L’iniziativa è stata inserita nell’ambito delle celebrazioni per il 25 aprile, Festa della Liberazione.

Due prigionieri di Letterkenny, Guido Baglioni e Angelo Ciolfi, erano nativi di Subbiano, un paese confinante con Capolona, in cui il primo si è trasferito negli anni Settanta, mentre Ciolfi si trasferì a Chiusi agli inizi degli anni Cinquanta. La scelta di Capolona è dovuta anche all’interessamento dimostrato da Alberto Ciolfi, sindaco del paese e nipote di Angelo, che non ha avuto figli.

 
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Il 21 aprile, nella sala consiliare, gremita di persone, si è svolta l’inaugurazione della mostra, alla presenza del sindaco Alberto Ciolfi, di un militare dell’Arma dei Carabinieri, in rappresentanza anche dell’associazione nazionale dei combattenti e reduci, del presidente dell’A.M.P.I.L., Antonio Brescianini, dello storico e curatore della mostra Flavio G. Conti.

Numerose le famiglie dei reduci di Letterkenny presenti, provenienti non solo dalla Toscana: Baglioni (Capolona), Capocci (Terni), Cardinale (Arezzo) Ciolfi (Capolona), Fratini (Marta, VT) Ghilarducci (Capannori, LU), Lucarelli (Collesalvetti, LI), Montagnani (Campiglia Marittima, LI), Mori (Livorno), Piccioni (Spoleto), Rafanelli (Scandicci, FI), Taverni (San Giovanni in Valdarno, AR).

Era anche presente una troupe del TG regionale della RAI che ha intervistato Flavio G. Conti e il sindaco Ciolfi.

Dopo il saluto del sindaco Ciolfi, che ha sottolineato l’importanza di iniziative come quella della mostra, per conservare la memoria delle vicende dell’ultima guerra, Brescianini ha illustrato ai presenti le iniziative che l’A.M.P.I.L. sta portando avanti per valorizzare l’esperienza di prigionia dei soldati italiani negli Sati Uniti e i futuri appuntamenti previsti per la mostra: in Veneto, in Calabria, in Liguria. Flavio G. Conti ha inquadrato la vicenda dei prigionieri di Letterkenny nel panorama della prigionia dei soldati italiani nel secondo conflitto mondiale e ha illustrato il significato e la struttura della mostra. Ha inoltre informato i vari familiari del lavoro di preparazione dell’edizione italiana del libro sui prigionieri di Letterkenny, già pubblicato negli Stati Uniti alla fine del 2016. Ciolfi e Baglioni sono intervenuti brevemente per ricordare quanto raccontavano i loro familiari della prigionia in America.

All’evento di Capolona è intervenuto, su invito di Flavio G. Conti, anche un ex prigioniero detenuto nel campo di Hereford in Texas, con il quale lo stesso Conti aveva realizzato una videointervista nella mattina. Il gen. Adriano Angerilli, che ha compiuto cento anni nel marzo scorso, ha ricordato le sue vicende di prigioniero che negli Stati Uniti, al contrario di quelli di Letterkenny, non aderì alla collaborazione con gli americani e che per questo motivo fu rinchiuso con circa 3000 prigionieri, nel campo di Hereford.

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