Venerdì 13 novembre 2015 si è tenuto nella Sala dei Giureconsulti presso la Camera di Commercio di Milano un convegno in memoria dei prigionieri di guerra italiani a Letterkenny (Chambersburg) in Pennsylvania.

Tale significativo evento ha fatto seguito al recente viaggio negli Stati Uniti che una delegazione italiana ha compiuto lo scorso 24 ottobre, dove si sono ricordati e onorati i 1200 prigionieri di guerra italiani che in quel campo di detenzione hanno, pur nella sofferenza del distacco dai propri cari e dal proprio Paese, cooperato e contribuito alla rinascita morale e spirituale di tutti, comprese le generazioni a venire.

Anche a Milano, come negli Stati Uniti, l’avvenimento storico è stato organizzato dall’intraprendente Antonio Brescianini, Sindaco di Vimodrone e figlio del prigioniero di guerra Luigi e dallo storico Flavio Giovanni Conti, in collaborazione con alcune autorità politiche e civili locali, come ad esempio Walter Galbusera, presidente della Fondazione Anna Kuliscioff e membro di giunta della Camera di Commercio di Milano.

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Dopo i saluti iniziali ed una sintetica introduzione dei lavori, ha preso la parola l’assessore del Comune di Milano a Commercio, Attività Produttive, Turismo, Servizi Civici, Franco D’Alfonso che, in rappresentanza del Sindaco e dell’intera municipalità, ha fatto presente la valenza e l’importanza di questo 70° anniversario del rimpatrio dei soldati italiani prigionieri di guerra, rammentando che: “Chi non ha passato non ha futuro”. Ha preso la parola successivamente il consigliere regionale della Lombardia Carlo Borghetti, presente anche nel recente viaggio negli Stati Uniti con la moglie, il quale ha giustamente parlato di “missione” a Letterkenny, dove ha potuto constatare e vivere assieme ai familiari dei prigionieri, figli e nipoti, un’autentica esperienza profondamente umana. Carlo Borghetti ha ripreso e sottolineato l’estrema importanza del “fare memoria”, rimarcando da una parte l’orgoglio di essere italiani e, dall’altra, considerando l’attualità e la grande speranza che possono suscitare in ciascuno di noi questi episodi, che sorpassano e ampliano il “qualcosa di più di doveroso” che vicende come queste potrebbero ispirare.

Il convegno è continuato con la preziosa testimonianza e la dovizia di fonti storiche citate dall’ambasciatore e consigliere diplomatico Giuseppe Cassini, che ha ricostruito lo scenario statunitense dove si situavano i prigionieri di guerra italiani, evidenziando l’apporto costruttivo e solidale degli italo-americani e degli aiuti materiali e spirituali della Chiesa cattolica, rammentando in particolar modo la figura del Cardinale Amleto Cicognani, delegato apostolico in quegli anni.

Il già menzionato Sindaco Antonio Brescianini ha voluto precisare nel suo intervento il cosiddetto “genio italiano”, che ha trasformato la desolazione della prigionia in un’occasione di rilancio attraverso tre virtù: tenacia, amicizia, speranza. Nel ringraziare i 36 Comuni italiani che hanno aderito all’iniziativa ed hanno contribuito allo scambio dei doni con le autorità statunitensi con gagliardetti, libri, targhe ed altri oggetti di valore, Brescianini ha rivolto un affettuoso ed emozionante saluto a tutti i parenti dei prigionieri italiani, convenuti da ogni parte d’Italia, dagli Allotta di Erice ai Calizza e Appi di Roma, dai parenti del marinaio Serpe da Gaeta ai Luigini di Pescara, Barbé, Volpi, Scattolini, Trevisan, Bracchi e De Giorgis, Ranzoni, Garbagnati, e a tutti gli altri accorsi in gran numero da ogni zona d’Italia. Ha ricordato inoltre l’accoglienza straordinaria e commovente ricevuta negli Stati Uniti, che ha risvegliato la memoria degli affetti dei propri cari. A questo proposito ha voluto rammentare poi la significativa collocazione, all’interno della cappella di Letterkenny, di una bacheca molto ricca di testimonianze e fotografie d’epoca e la donazione, da parte della delegazione italiana, di un’icona della Madonna della Tenerezza.

A conclusione del convegno ha preso la parola lo storico Flavio Giovanni Conti, che ha portato i saluti d’oltreoceano del collega Alan R. Perry, insegnante al Gettysburg College e co-promotore delle iniziative. Va ricordata infatti l’imminente pubblicazione congiunta dei due storici, Conti e Perry, di un libro che illustra la vicenda dei prigionieri a Letterkenny: “Italian Prisoner of War in Pennsylvania, 1944-1945: Allies on the Home Front”. Durante l’esposizione della documentata e seria ricostruzione storica di Flavio Giovanni Conti, il pubblico ha potuto fruire, oltre che delle immagini e foto d’epoca proiettate sullo schermo dietro il tavolo dei relatori, delle testimonianze registrate di due prigionieri ancora viventi: Giovanni Serpe da Gaeta ed Edoardo Quintarelli da Pescantina (VR).

Alla fine del convegno hanno preso la parola alcuni familiari e amici dei prigionieri italiani ed in particolare va ricordata la preziosa testimonianza di Olga Cicognani, pronipote del Card. Amleto Cicognani.

Fabio Trevisan (nipote del prigioniero Zefferino) ha eseguito, come negli Stati Uniti, l’originale composizione sacra “Sacrum convivium”, musicata da Mario Garbagnati, un altro illustre prigioniero di guerra, la cui memoria è stata valorizzata dal figlio Ferdinando Garbagnati.

Nel pomeriggio c’è stata infine l’inaugurazione della mostra fotografica (curata dallo storico Flavio Giovanni Conti) presso la sala conferenze del Cimitero Monumentale di Milano.

Accompagnati dall’esecuzione musicale dei bersaglieri e dai saluti di Massimo Borrelli, dirigente dell’Assessorato del Comune di Milano a Commercio e Turismo, i parenti e gli amici dei prigionieri italiani negli USA hanno potuto così gustare, leggere e meditare davanti ai dodici pannelli allestiti all’interno della sala, potendo così scambiarsi vicendevolmente i saluti e dandosi appuntamento ad un’altra grande manifestazione e rievocazione storica come questa, nella speranza di non far trascorrere troppo tempo.

Novembre 2015

                                                                                 

Fabio Trevisan

 

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