Il 16 aprile 2016 si è svolta in villa comunale di Solaro (MI) la presentazione della mostra “Prigionieri di guerra italiani a Camp Letterkenny, Chambersburg, Pennsylvania, 1944-1945. curata dal dott. Flavio Giovanni Conti.

È stata anche l’occasione per presentare il catalogo della mostra nella sua prima edizione, contenente circa 200 foto che ritraggono prigionieri nei vari momenti della vita nel campo americano.

All’evento sono intervenuti Diego  Manenti, sindaco di Solaro, Monica Beretta, assessore alla cultura del comune di Solaro, Antonio Brescianini, sindaco di Vimodrone e figlio di un prigioniero di Letterkenny, Carlo Borghetti, consigliere regionale della Lombardia e Cesarina Prestinari solarese figlia di Giuseppe Prestinari, prigioniero di Letterkenny.

 
Image

Per l’occasione è stata riproposto il brano musicale Sacrum Convivium, composto da Mario Garbagnati durante la prigionia a Letterkenny e suonato a maggio in occasione della consacrazione della Chiesa. Molto emozionante l’interpretazione del soprano Carmen Benvenuti accompagnata dal musicista Stefano Caronno.

Lo storico Flavio G. Conti nel suo intervento ha ricordato come seicentomila militari italiani furono catturati dai tedeschi dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Altri seicentomila furono fatti prigionieri dagli Alleati e di questi 51.000 furono inviati negli Sati Uniti. I prigionieri del campo di Letterkenny erano solo 1200 italiani, ovvero una piccola parte del numero complessivo dei prigionieri della seconda guerra mondiale.

I prigionieri italiani negli Stati Uniti furono quelli che ebbero la sorte migliore, per almeno tre fattori: l’America aveva un alto standard di vita, nel 1940 negli Stati Uniti vivevano 5 milioni di italoamericani che aiutarono e si presero cura dei prigionieri infine vi era una ricca chiesa cattolica che attraverso la delegazione apostolica retta da Mons. Amleto Cicognani fornì assistenza spirituale e materiale ai prigionieri.

Durante le ricerche dello storico Conti è nata la collaborazione con Antonio Brescianini, sindaco di Vimodrone (MI), figlio di uno dei prigionieri di Letterkenny, che ha permesso di rintracciare moltissimi altri parenti dei prigionieri che con piacere hanno aderito all’iniziativa come la solarese Cesarina Prestinari.

Cesarina Prestinari ha raccontato la storia di suo padre, supportata dalla videoproiezione di foto, lettere ai genitori e alla fidanzata Jonnes, documenti della prigionia.

Giuseppe Prestinari, nato a Milano il 27 giugno 1922 apparteneva al 5° reggimento bersaglieri Divisione corazzata Centauro, e serviva come autista di carri armati. È stato catturato nel nord Africa il 15 marzo del 1943.

La figlia Cesarina ricorda che il padre aveva solo 20 anni quando venne chiamato alle armi. Dovette lasciare i suoi genitori, gli studi e la fidanzata crocerossina. Capì ben presto come le atrocità della guerra possono trasformare un semplice ragazzo, spensierato e nel fiore degli anni in un uomo con una profonda ferita nell’anima.

La mostra è rimasta aperta in villa comunale dal 16 aprile al 28 aprile 2016.

Fabio Trevisan (nipote del prigioniero Zefferino) ha eseguito, come negli Stati Uniti, l’originale composizione sacra “Sacrum convivium”, musicata da Mario Garbagnati, un altro illustre prigioniero di guerra, la cui memoria è stata valorizzata dal figlio Ferdinando Garbagnati.

Nel pomeriggio c’è stata infine l’inaugurazione della mostra fotografica (curata dallo storico Flavio Giovanni Conti) presso la sala conferenze del Cimitero Monumentale di Milano.

Accompagnati dall’esecuzione musicale dei bersaglieri e dai saluti di Massimo Borrelli, dirigente dell’Assessorato del Comune di Milano a Commercio e Turismo, i parenti e gli amici dei prigionieri italiani negli USA hanno potuto così gustare, leggere e meditare davanti ai dodici pannelli allestiti all’interno della sala, potendo così scambiarsi vicendevolmente i saluti e dandosi appuntamento ad un’altra grande manifestazione e rievocazione storica come questa, nella speranza di non far trascorrere troppo tempo.

Novembre 2015

                                                                                 

Fabio Trevisan

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *